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Giorno del ricordo, presidente Proietti: “Foibe, capitolo doloroso e atroce della nostra storia”

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“Ricordare le vittime e l’esodo degli Istriani, Fiumani e Dalmati, con tutto il portato di sofferenza umana, è un dovere di tutte le istituzioni. Alle giovani generazioni va trasmessa la conoscenza dei fatti accaduti"

Data:

10 FEBBRAIO 2025

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Ultimo aggiornamento: 13/02/2025

Manifesto del Giorno del Ricordo

Descrizione

Perugia, 10 febbraio 2025 – “Ricordare le vittime delle foibe e l’esodo degli Istriani, Fiumani e Dalmati dalle loro terre con tutto il portato di sofferenza umana e devastazione, è un dovere di tutte le istituzioni. Non solo perché dal 2004 la nostra Repubblica ha istituito il ‘giorno del ricordo’ al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”: è quanto afferma la presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti.

“Si tratta di un capitolo doloroso e atroce della nostra storia che va ricordato per mantenere sempre vivi i valori della libertà e del rispetto della dignità umana  -  prosegue la presidente. Ricordare nella ‘verità storica’ ciò che è accaduto a tantissimi italiani che, solo per il fatto di  essere tali, furono torturati, depredati, uccisi, infoibati e quindi lesi con una morte orribile e senza sepoltura, significa ridare loro dignità almeno nella memoria collettiva. Perché è doveroso rendere omaggio a chi, innocente, ha subito ingiustizie e sofferenze indicibili, per non dimenticare una orribile pagina per troppo tempo negata anche dai libri di storia.

Il Giorno del Ricordo vuole essere un momento di riflessione e di memoria partendo dal presupposto che i crimini di nazionalismi e dittature non hanno colore politico, vanno sempre con convinzione e unanimità condannati.

Personalmente – ha aggiunto -  ho avuto l’onore e il privilegio di conoscere una concittadina che ha subito l’esilio insieme a tutta la sua famiglia, che ha visto morire tanti suoi cari e, per tutta la vita, ha portato su di sé la ‘cicatrice’ di queste sofferenze impresse solo per il fatto di essere un’italiana nata e vissuta in quei luoghi. Oggi all’amica e straordinaria testimone di storia Raffaella, è stato impresso un altro dolore con quanto accaduto della foiba di Basovizza. E’ questo che non possiamo permettere, è questo che dobbiamo e possiamo evitare, istruendo ed educando le giovani generazioni al rispetto della dignità umana, anche attraverso il racconto della nostra storia e delle sue pagine più crudeli e difficili come quella delle Foibe.

Con convinzione personale e istituzionale sostengo (e mi attiverò) che alle giovani generazioni vada trasmessa la conoscenza dei fatti accaduti perché soltanto così si può lavorare per rafforzare l’impegno affinchè queste violenze non si ripetano più e invece si perseguano sempre i valori della pace, della libertà e del rispetto della dignità umana" -  ha concluso Proietti.

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